Linea dura dell’Amministrazione castiglionese ai commenti social dei propri dipendenti

«Chi sbaglia è giusto che paghi per le proprie azioni. Il Tribunale di Grosseto ci ha dato ragione e questa sentenza deve essere di monito per tutti i nostri dipendenti». Il Sindaco di Castiglione della Pescaia Elena Nappi commenta con risolutezza la sentenza che segna la conclusione di un provvedimento disciplinare intrapreso nei confronti di un dipendente dell’Azienda Speciale Castiglione 2014, ammonito per aver rilasciato sui social un commento ritenuto inopportuno ed offensivo nei confronti dell’amministrazione stessa. L’espressione utilizzata nel post è stata interpretata come una critica al Comune per aver scelto un soggetto “sbagliato” cui affidare un progetto, denigrando la procedura di selezione e mettendo in dubbio scelte poco adeguate e non del tutto trasparenti da parte dell’amministrazione, affermazioni ritenute dal Giudice del lavoro del tutto gratuite e prive di riscontro alcuno.

«Vorrei ricordare a tutti i dipendenti di Enti Pubblici, e a quelli della mia amministrazione in particolare – aggiunge la prima cittadina –, che nel “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”, che i lavoratori hanno l’obbligo di conoscere, un articolo specifico riguarda proprio l’utilizzo dei social media invitando ad evitare di postare sui social commenti che possano nuocere “al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza” e che “nell’utilizzo dei propri account di social media, il dipendente deve utilizzare ogni cautela affinché le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza”. Chi viola tale norma rischia di essere sanzionato, e per questo caso specifico la sanzione è arrivata. Una sanzione giudicata dal Giudice del tutto legittima ed adeguata alla condotta tenuta dal dipendente in violazione dell’obbligo di astensione da commenti su fatti attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione e lesivi dell’immagine dell’azienda di appartenenza».

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