Il G20Spiagge su l’imprevedibilità dei fenomeni atmosferici: “Le spiagge italiane come Valencia?”
Il dramma di Valencia con l’altissimo numero di morti, le difficoltà dell’apparato d’emergenza, l’imprevedibilità del fenomeno atmosferico e la mobilitazione commovente di buona parte della popolazione, è una preoccupazione costante dei sindaci della costa italiana. Il network a cui sono associate le maggiori città balneari, il G20Spiagge, sta cercando di reagire ad un evento tragico avendo chiara la possibilità che anche le nostre località di mare potrebbero trovarsi di fronte ad un fenomeno analogo.
“Ogni grado Celsius in più di temperatura atmosferica porta a un 7% in più di vapore acqueo contenuto nell’atmosfera, che viene poi rilasciato sotto forma di precipitazioni” afferma Leone Cavicchia, CMCC researcher.
«Tutti noi sindaci abbiamo compreso – interviene Roberta Nesto, coordinatrice nazionale del G20Spiagge e sindaco di Cavallino Treporti, oltre 7 milioni di presenze turistiche nel 2024 – che i nostri territori, la costa italiana potrà essere soggetta a questa attività atmosferica estrema. Il riscaldamento del pianeta sta portando a ondate di calore marine, più frequenti e gravi, come abbiamo visto a Valencia. Siamo fortemente preoccupati per le nostre comunità e per il rischio che corriamo come territorio costiero».
Le precipitazioni degli ultimi due mesi sono state copiose e anche la stagione turistica ne ha patito gli effetti: «Ormai da qualche anno – afferma la sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi – siamo in balia di condizioni meteorologiche ballerine e imprevedibili anche nei mesi in cui normalmente il sole dovere splendere nel cielo e rendere le nostre stagioni miti e piacevoli. La sensazione di mancanza di certezze e di tutele per la salvaguardia dei nostri territori comincia ad essere molto pesante da sopportare ed abbiamo bisogno sia di avere norme che garantiscano la sicurezza di cittadini e turisti che linee guida da seguire in caso di emergenza».
I 20 sindaci del litorale italiano sanno perfettamente che non esiste una zona franca: sono tutte comunità marine esposte ad un rischio enorme, senza alcuna copertura data da norme ad hoc e con la sensazione che lo Stato non riesca ad intervenire se non a dramma avvenuto, in questo caso di fronte ad un disastro annunciato, e non sia condivisa la volontà politica di chi ritiene indispensabile prevenire i fenomeni atmosferici estremi con strumenti legislativi ed economici idonei.