Il cambiamento climatico influenzerà la vita delle spiagge italiane. Le preoccupazioni dei comuni del G20Spiagge

Il cambiamento climatico è una preoccupazione sentita e diffusa in tutti i comuni rivieraschi italiani: il G20Spiagge, network delle maggiori località balneari con presenze turistiche superiori al milione, ritiene sia indispensabile oggi inserire nell’agenda del Governo questo tema. Nel settembre 2024 gran parte dell’Europa ha registrato precipitazioni superiori alla media. In particolare, il Mediterraneo dall’inizio degli anni ’80 si è riscaldato di circa 0,4°C ogni 10 anni, molto più velocemente della media degli oceani: è un mare chiuso, com’è noto. L’evidente riscaldamento ha avvicinato, facendole migrare, anche alcune specie marine finora sconosciute nelle nostre rive. L’Italia, è l’unica nazione dell’Unione europea completamente circondata dall’acqua e la sua costa è uno dei beni paesaggistici più importanti al mondo. L’apporto al PIL di uno dei settori turistici più ricchi e più vantaggiosi rispetto allo scambio con l’estero, è rilevante. Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, la necessità di avere un’attenzione dello Stato viene ritenuta insopprimibile da parte delle Amministrazioni Comunali.

«Abbiamo lanciato un grido noi sindaci – afferma Roberta Nesto, coordinatrice nazionale del network G20Spiagge e sindaco di Cavallino Treporti, 5a città turistica italiana – ma rischiamo di rimanere inascoltati: ancora oggi la proposta di legge sulle Comunità Marine, che ha trovato l’assenso di tutti i partiti, non è ancora diventata un atto parlamentare concreto. Riteniamo necessarie delle norme precise e comprensive di tutte le nostre esigenze. I fenomeni climatici eccezionali non possiamo affrontarli senza strumenti».

«Avere un riconoscimento normativo – dichiara la sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi – ci permetterebbe di avere maggiore libertà di azione nelle scelte da fare per la sicurezza di nostri territori e dei loro abitanti e turisti. Intanto ogni volta che piove, che il cielo si fa minaccioso e i radar indicano colori poco rassicuranti tocca a noi sindaci fare scelte poco popolari: tenere aperte o chiudere le scuole, bloccare o fermare una strada o un ponte. I primi a fare i conti con gli allarmi meteo siamo proprio noi Sindaci, alcune settimane fa, nella Provincia di Grosseto, abbiamo firmato un comunicato congiunto in cui chiediamo di “cambiare il sistema di allerta”. Non possiamo ritrovarci soli a prendere decisioni così importanti e cercherò di dare ancora più voce a questa richiesta portata avanti da tempo dal G20Spiagge grazie anche alla mia recente individuazione da parte di Anci Toscana come delegata delle “Politiche del mare e della costa” perché proprio tutelando e salvaguardando loro si dia garanzia di sicurezza alle nostre comunità».

La paura dei sindaci di rimanere soli, come soli sarebbero gli abitanti delle località che amministrano, è un fatto palese e, purtroppo, recentemente già visto. Da Grado a Ventimiglia, tutta la costa italiana è soggetta alla possibilità di eventi estremi e i fenomeni atmosferici che hanno recentemente colpito l’Emilia-Romagna sembrano dimenticati.

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